
Beh ci sarebbe proprio tanto da dire per rispondere a questa domanda, ma cerchiamo di restare sul semplice!
Dunque, ogni approccio teorico in psicologia ("Dottore, ma lei di che orientamento è"?) descrive un modo per cercare di comprendere la complessità dell'essere umano. In questo senso potremmo dire che ogni approccio (psicanalisi, cognitivo-comportamentale, analisi transazionale ecc..) è un po' come un paio di occhiali che decidiamo di indossare che ci permettono (a noi psicologi) di guardare al mondo e al funzionamento degli esseri umani.
L'approccio sistemico relazionale, gli "occhiali" che io ho scelto di usare per guardare la realtà (ammesso che ne esista una), è una prospettiva teorica e terapeutica che si concentra sulla connessione tra i membri di un sistema: l'approccio Sistemico Relazionale.
Cominciamo dall'inizio. Ma cosa è un sistema?
Un sistema può essere la famiglia, la coppie, la scuola o qualsiasi altro contesti relazionali in cui siamo inseriti nella nostra quotidianità. Questo modello si fonda sull'idea che i problemi individuali non possono essere compresi isolatamente, ma devono essere visti come il risultato di dinamiche interattive tra le persone coinvolte all'interno dei contesti nei quali vivono. In altre parole, ogni individuo è influenzato dal sistema di cui fa parte e, contemporaneamente, influisce su di esso.
Ma chi l'ha detto?
L'approccio sistemico-relazionale si radica nelle teorie dei sistemi di Von Bertalanffy e nasce, come radice, dalla psicanalisi e, tra gli altri, nel pensiero di Gregory Bateson, uno dei principali pionieri in questo campo. Bateson, nel suo lavoro "Verso un’ecologia della mente," sottolinea come le relazioni tra i membri di un sistema influenzano profondamente i comportamenti, i pensieri e le emozioni degli individui. In particolare, con il concetto di "circolarità", si comincia a pensare che le azioni di un individuo non siano mai unicamente spiegabili dalla logica lineare di causa-effetto, ("Guardi Dottoressa, non è colpa mia! E' lui che fa così, se solo cambiasse, allora sarebbe tutto diverso..!") ma da una serie di reazioni che si autoalimentano in un processo continuo. Questa è la logica circolare.
Io non ho capito.
Facciamo un esempio. Uno dei più diffusi sistemi che conosciamo e che è universalmente riconosciuto alla base della nostra società è la famiglia. Un altro teorico fondamentale per l'approccio sistemico-relazionale, Salvador Minuchin, descrive la famiglia come un sistema composto da sottosistemi, in cui ciascun membro svolge un ruolo che mantiene l'equilibrio (o disequilibrio) del sistema stesso. L'intervento terapeutico mira a ristrutturare queste dinamiche, in modo da favorire il benessere di tutti i membri del sistema.
Il concetto di sistema e relazione
Un aspetto centrale dell'approccio sistemico-relazionale è la nozione di "sistema" quindi, inteso come un insieme di elementi connessi. Partendo da questi presupposti, non è solo l'individuo ad essere osservato, ma l'intero sistema relazionale che lo circonda. Ogni membro di un sistema (familiare, lavorativo, scolastico ecc.) svolge un ruolo che contribuisce al mantenimento o alla trasformazione dell'equilibrio del sistema stesso.
Le relazioni tra i membri sono quindi viste come il terreno utile per la comprensione dei disagi psicologici. Non si cerca di individuare un "colpevole" per un problema, ma di esplorare le modalità di interazione che potrebbero aver contribuito alla sua manifestazione. Ad esempio, un conflitto familiare può essere letto non solo come un problema tra due persone, ma come il risultato di una serie di dinamiche complesse, tra cui la comunicazione disfunzionale, le influenze tra generazioni, i ruoli rigidi o la mancanza di confini chiari tra i membri della famiglia. In terapia, l'approccio sistemico-relazionale è orientato al cambiamento delle dinamiche interpersonali, piuttosto che al trattamento di singoli sintomi. E' un po' come partire dall'idea che osservare solo il singolo individuo sia un po' come guardare dal buco di una serratura che ci mostra solo una parte relativamente piccola di ciò che osserviamo e, spesso, quello che vediamo risulta incomprensibile fintanto che non allarghiamo il nostro punto di osservazione.
Un esempio potrebbe essere una famiglia che si trova ad affrontare il comportamento problematico di un adolescente. Sappiamo tutti quanto sia complicato questo periodo di vita, e quanto a volte possa mettere in crisi intere famiglie. Invece di concentrarsi esclusivamente sul difficile comportamento del giovane, possiamo provare a capire il modo con cui i genitori e gli altri membri della famiglia rispondono a tale comportamento, possiamo forse identificare schemi disfunzionali non immediatamente visibili che potrebbero contribuire al problema.
La comunicazione gioca un ruolo fondamentale in questo approccio. I terapeuti sistemici utilizzano tecniche specifiche per migliorare la qualità della comunicazione tra i membri del sistema, come l'insegnamento di come esprimere i propri bisogni e sentimenti in modo chiaro e non accusatorio. La meta-comunicazione, ovvero la comunicazione riguardo al modo in cui si comunica, è spesso un punto di intervento chiave.
Immagina una coppia che si rivolge alla terapia per affrontare problemi di comunicazione. Invece di concentrarsi solo su ciò che ogni individuo dice o fa, il terapeuta esplora come i due partner interagiscono tra loro e come i loro comportamenti sono legati a schemi più ampi, ad esempio la storia familiare, le aspettative sociali e le dinamiche di potere. Il terapeuta potrebbe aiutare i partner a riconoscere modelli di comunicazione che mantengono la distanza emotiva, come il rifiuto o la squalifica, e a sostituirli con modi di interagire più aperti e rispettosi.
L'approccio sistemico-relazionale offre una visione dinamica e complessa dei problemi psicologici, in cui l'individuo non è mai considerato come un nucleo isolato, ma sempre come parte di una rete di relazioni. È un approccio che favorisce la consapevolezza delle interazioni tra le persone, promuovendo il cambiamento attraverso l'evoluzione delle dinamiche relazionali. Così facendo, non solo si favorisce il benessere individuale, ma si lavora anche per il miglioramento della qualità delle relazioni, con un impatto positivo sull'intero sistema.
Come affermava Minuchin, "Il cambiamento non avviene solo a livello individuale, ma all'interno della rete di relazioni". Questo è il cuore della terapia sistemica: il cambiamento avviene nel contesto relazionale, influenzando profondamente la vita degli individui.
Chiaro no?
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